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La rock-band più osannata e chiacchierata al mondo è pronta a infiammare il pubblico del Palaflorio: venerdì 31 marzo passa da Bari il “Loud Kids Tour” dei Maneskin per uno degli eventi musicali più attesi di sempre nel capoluogo pugliese.

Ne hanno fatta di strada i quattro performers romani da quando nel 2021 fu annunciata la data barese, quando erano già famosi, ma ancora in rampa di lancio. Poi la pandemia ha reso necessario il posticipo del tour e nel frattempo il fenomeno Maneskin è esploso a livello planetario, al di là di ogni razionale previsione. Merito delle qualità sonore di una band che, qualsiasi opinione se ne abbia (intorno al loro nome particolarmente spiccata è la dicotomia tra ammiratori e denigratori, tra chi è pro e chi è contro), ha avuto indubbiamente il merito di riportare al centro del dibattito musicale un genere, il rock (per qualcuno impreziosito, per altri sporcato dal pop), spesso relegato a elemento “preistorico” dalle nuove generazioni.

Ad accoglierli e ad acclamarli ci sarà un Palaflorio pieno come un uovo di appassionati estimatori: il concerto ha registrato il sold-out già poche ore dopo che i biglietti furono messi in vendita nel 2021 e ulteriori tagliandi di ingresso non ce ne sono (peraltro sono state approntate eccezionali misure di sicurezza per l’accesso e la viabilità intorno alla struttura). Damiano e compagni li ripagheranno con un live carico di adrenalina ed energia, che prevede in scaletta i brani dell’ultimo album “Rush”, tra cui “Don’t wanna sleep”, “Gossip”, “Supermodel” e “Mammamia”, intervallati dai capisaldi del loro repertorio, ormai noto e apprezzato in tutto il mondo, come l’arcinota “Zitti e buoni”, con la quale con la vittoria al Festival di Sanremo è cominciata la loro clamorosa scalata, “Coraline”, “I wanna be your slave”, “Beggin”, la cover di “Amandoti” dei CCCP e tanti altri straordinari successi che li hanno portati a conquistare il cuore di fans di tutto l’orbe terracqueo.

Uno show destinato a rimanere memorabile per chi avrà la possibilità di ammirare dal vivo la performance di un gruppo che ha saputo intercettare i bisogni, i desideri e il gusto di un pubblico, forse digiuno di rock, facendo scoprire ad esso un qualcosa di cui si favoleggiava l’esistenza, adattandolo ai tempi moderni.